Quante volte ti sei trovato con il reparto di piegatura al collasso?
Gli aspetti che determinano queste soventi e cicliche situazioni di emergenza vengono spesso
confuse e non correttamente valutate nella loro interezza.
Per questo molti addossano totalmente le colpe sugli addetti alle presse con sentenze che
si ripetono molto simili in molte realtà.
Ad esempio:
- I ragazzi di oggi non vogliono lavorare
- Gli operai vecchi non insegnano nulla ai nuovi arrivati
- Siamo circondati da incompetenti
- Gli operatori si imboscano
- Le scuole non insegnano nulla
Se può capitare che, almeno in parte, le accuse mosse verso il reparto piegatura siano fondate, non è vero che la responsabilità viaggi in un unico senso.
Poche storie:
la piegatura è il collo di bottiglia di quasi tutte le aziende che lavorano la lamiera e molto spesso le problematiche sembrano assolutamente insormontabili.
Bisogna iniziare a trattare il processo di piegatura per quello che è realmente:
una lavorazione estremamente complessa e che può migliorare in efficienza solo allargando le nostre vedute.
La piegatura non si esaurisce nel banale atto di premere un pedale e deformare un pezzo: il suo percorso va pianificato molto più lontano!
IMPARIAMO A VALUTARE TUTTI GLI ASPETTI PER CAPIRE SE NON SIA NECESSARIO ALMENO TENTARE DI ADOTTARE UNA STRATEGIA DIVERSA IN REPARTI SOLO APPARENTEMENTE DISGIUNTI.
Partiamo dal presupposto che la piegatura è forse la peggiore tra le lavorazioni a deformazione.
Questo perché si costringe il materiale a subire grandi deformazioni in piccole aree.
Va da sé che ogni variazione della lamiera (che, ricordiamolo, non è mai identica a sé stessa) pregiudica la ripetibilità quando non la corretta esecuzione dei pezzi.
Quindi, ragionando per step, partiamo con il valutare i seguenti punti:
1. ACQUISTARE MATERIALE DI QUALITÀ
“Tanto è lamiera.” – si dice fermamente convinto di aver fatto un affare.
In realtà in piegatura i nodi vengono al pettine e quando gli spessori e le composizioni della lega fanno le bizze, è chiaro che iniziano a piovere le Madonne…
Quindi bisogna valutare attentamente se non è il caso di provare strade diverse ed esaminare i costi effettivi a valle in maniera seria e metodica.
2. COMPORRE NESTING CON UNA LOGICA
Ci risiamo, parliamo di sprechi evidenti che incidono ancora sui costi “vivi”.
Ciò significa che la massima ottimizzazione va si fatta, ma soprattutto con i pezzi che resteranno piani!
Al cospetto di quantità rilevanti di pezzi di piccole dimensioni, è necessario tener conto del senso di laminazione ed aver cura di non cambiare di continuo le lastre.
3. SCARICARE DAL TAGLIO IN MANIERA RESPONSABILE
Se in ufficio si è optato per la massima ottimizzazione degli sfridi, dovrà necessariamente scaricare i pezzi dividendoli in gruppi separati sul bancale o nelle scatole a seconda della lastra, del senso di laminazione e così via.
Fare un lavoro per bene e farlo male occupa lo stesso tempo, con il vantaggio enorme, però, che in piegatura verranno risparmiate ore preziose!
4. DISEGNARE CONSIDERANDO LE TENSIONI ASIMMETRICHE
Parlo di ciondoli, scarichi, tagli e quant’altro.
Più è alto lo spessore e stretta la piega e più le difficoltà aumentano in questo senso.
Per capirne di più ho qui un video per te!
Per conoscere a fondo molti altri aspetti della piegatura della lamiera puoi:
Scrivermi una mail all’indirizzo emiliano@accademiadellapiegatura.it
Visitare il sito internet www.accademiadellapiegatura.it
Lasciare il tuo Mi Piace alla pagina Facebook di AdP
Diventare un mio collegamento su LinkedIn
Iscriverti al canale YouTube