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L’ACCIAIO INOSSIDABILE CHE SI OSSIDA

 

Ti ricordi quella vecchia pentola di tua nonna che riportava sul fondo la scritta “Inox 18/10”?

Veniva utilizzata fieramente come garanzia di durata e qualità, a volte sui coltelli

accompagnata da “stainless steel” o “Rostfrei”.

 

Ciò che in realtà non tutti sanno è che l’acciaio inossidabile si ossida eccome, solo che lo fa a modo suo.

E cioè?

Tutti quegli acciai che presentano altri elementi nella composizione oltre all’acciaio e al carbonio e che servono per ottenere determinate caratteristiche.

Nel caso dell’acciaio inossidabile gli elementi sono il cromo e il nikel.

In quale quantità?

Beh, in quantità variabile, dietro alla parola “inox” esiste un mondo molto vasto…

Tuttavia, tra i più comuni c’è l’AISI 304 che possiede oltre a ferro, carbonio e impurità fisiologiche, anche ben il 18% di cromo e il 10% di nichel.

…ti dicono niente queste due cifre? 18-10 sono proprio i numerini sulla pentola della nonna!

Tre curiosità sull’inox:

 

1. Se nell’acciaio al carbonio il ferro si lega con l’ossigeno dell’aria o dell’acqua formando ossido di cromo, da tutti conosciuto come ruggine.

Nell’inox è il cromo a legarsi con l’ossigeno formando una pellicola di qualche micron di ossido di cromo: lo strato passivo. In pratica è come se si “auto verniciasse” con uno strato che preserva il materiale sottostante.

Figata!

2. Lo strato si rigenera se viene asportato. Quindi se un utensile rovina la superficie il cromo presente all’interno della lega ripristina di nuovo lo strato passivo.

3. Attenzione alla contaminazione! Importantissimo non utilizzare abrasivi in comune tra acciaio al carbonio e inox. Quest’ultimo, infatti in breve tempo perde la sua caratteristica di resistenza alla corrosione a causa della contaminazione.

Non solo, anche la polvere di ferro che si deposita sull’inossidabile può creare problemi a breve termine.

Ecco perché le aziende più accorte e che lavorano entrambi i materiali hanno reparti dedicati e separati!

 

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